di Andrea Spadoni
Settembre 2006 - Valfabbrica.
Finalmente trovo solo ora un po' di tempo per sedermi di nuovo e scrivere quanto di interessante mi e' capitato di vivere a Valfabbrica nel mese di Settembre.
Sono un bel po' rammaricato di non aver dato continuità maggiore al blog ma lo scorrere dell'esistenza non e' mai corredato dall'equilibrio nel suo svolgersi, per cui mi sono rassegnato verso quest´incedere sperando di non fallire comunque nell'intento dello stesso: raccogliere tante riflessioni per un´eterna ricerca....
Credo che nella vita alcuni attimi vadano fermati per cui eccomi qua nel descriverli con l'emozione che mi ha sempre accompagnato e che cercherò di trasmettervi....
Allora vediamo.....
Nel mese di Settembre una mia amica Gabriella Lavorgna mi invita a Valfabbrica in occasione del meeting "l'Oriente incontra l'Occidente" per presentare un lavoro di biologia vibrazionale che avevo tempo addietro presentato con successo e non ho saputo resistere all'invito.
Anzi, con l'occasione, ho proposto anche a mio figlio sedicenne Luigi, di farmi compagnia, non essendo ancora iniziata la Scuola, per poter così condividere insieme quest´esperienza.
Entrambi siamo partiti carichi d´entusiasmo e dalla mia parte avevo già il ricordo della città di Assisi, limitrofa a Valfabbrica, che io adoro e che di tanto in tanto ritorno a visitare con estremo piacere per cercare un connubio tra corpo e anima.
E' incredibile considerare che quando ci si predispone per un'esperienza del genere tante sincronicità sembrano accadere a far da corredo.....
[...]
E' inutile dire che anch'io nel momento in cui sono stato chiamato in causa come relatore ho provato un'emozione incredibile come mai mi era capitato. Ero in territorio francescano per portare la mia testimonianza come uomo e ricercatore ed ho cercato di non estromettere nulla di importante e sostanziale dal mio discorso soprattutto considerandomi anch'io testimone di un cambiamento epocale.
Credo che sia sufficiente soffermarsi a riflettere sulle dimensioni del nostro universo che e' nell'ordine di miliardi d´anni luce e del nostro limitato interagire con il mondo circostante tramite i cinque sensi per poter dedurre il nostro limite umano.
Il nostro accademismo ci porta ad una cecità mentale che non ci aiuta a scoprire nuovi processi che la natura semplicemente manifesta, se non per errore; basta in tal senso ricordare l'impregnazione argentica di Golgi sui neuroni, che finalmente consentì di visualizzare le cellule del tessuto nervoso al microscopio. Ne potremmo elencare innumerevoli altri.
La nostra tecnologia tra l'altro, anche se all'avanguardia, potrebbe non essere in grado di rilevare un determinato fenomeno, perché ancora non sufficientemente adeguata, quindi....
Ripartire da questo punto significa gettare le basi per una nuova scienza che sia in grado di rivedere se stessa a 360 gradi, senza preclusioni di sorta.
Ci sono ad oggi dei genetisti di chiara fama come Giuseppe Sermonti o dei biologi come Rupert Sheldrake che stanno percorrendo questa via assieme ad altri e mi sorprendo a pensare che verrà un giorno in cui tante menti collaboreranno per un fine comune che non sarà coperto solo da un brevetto o da un risvolto commerciale....
Al termine della conferenza tanti altri relatori colpiscono la mia attenzione e sarebbe qui di seguito troppo lungo dialogare su tutti ma una cosa di certo ci ha accomunato tutti: la consapevolezza di far parte di un cambiamento in atto, ognuno nel suo specifico settore d´interesse.
Ma la folgorazione totale e' avvenuta con la conoscenza di Francesco Aiello e dei suoi amici.
Credo che in tal senso sia stata una delle esperienze più forti della mia vita....
Vengo al dunque.....Durante una delle serate del meeting ci eravamo già proposti di andare a visitare una chiesina sconsacrata limitrofa alla sede e così eccoci pronti ad andare.
Non avevamo ancora ben chiaro che all'interno si stava svolgendo un piccolo concerto con degli strumenti particolarissimi ancora non molto ben conosciuti qui da noi: piano armonico, didgeridoo e percussioni.
Di nuovo, penso che le cose non accadano per caso ed in fin dei conti la mia passione per la musica mi aveva portato a Valfabbrica per presentare un lavoro inerente la biologia sonora e per cui lascio a voi ogni deduzione.
In particolare avevo avuto, in passato, un approccio verso questo strumento aborigeno denominato didgeridoo, ed ero rimasto estasiato dalla sua capacità di generare armonici nell'emissione sonora.
Lo strumento e' ricavato da un ramo d´eucalipto scavato dalla termite che viene poi in seguito svuotato dall'uomo. Esistono didgeridoo non solo d´eucalipto ma anche di teak od altri tipi di legno. Viene definito un aerofono naturale, senza fori ad ancia labiale e risulta essere uno dei strumenti più antichi che si conoscono, si parla infatti di un suo utilizzo risalente a 40000 anni fa'. Tra l'altro, tramite esso, sono entrato in contatto con la cultura aborigena che e' legata al periodo del "dreamtime" dove il legame tra terra e cielo era un tutt'uno e le divinità dimoravano sulla terra.
Tuttora gli aborigeni considerano sacra la loro terra perché vedono soggiornare in essa le divinità discese sulla terra ed e' vergognoso venire a conoscenza dello stato d´abbandono e del mancato rispetto a livello sociale e umano a cui sono sottoposti.
Comunque, torniamo al concerto nella chiesina....Sedendoci veniamo rapiti da questi suoni ancestrali e ci lasciamo andare ad occhi chiusi per percepirne la vibrazione più sottile capace di sciogliere qualsiasi nodo interiore e ne siamo letteralmente sopraffatti per tutta la durata del concerto di circa mezzora.
Al termine sia io che Luigi conosciamo Francesco che poco prima stava suonando il didgeridoo ed il contatto e' sin da subito profondo...interiore...come se ci fossimo conosciuti da sempre. Con i suoi modi gentili ed i suoi capelli rasta ci da' un po' più di nozioni su questo strumento sacro e ci comunica con la sua presenza quanto ci sia di più essenziale nella nostra esistenza: la nostra semplice umanità, lo scoprire giorno dopo giorno che per vivere felici non sono necessari ne´soldi, ne´carriera ma semplicemente pace e realizzazione personale. Non a caso, gli ho detto, ti chiami Francesco e forse con la tua vita, hai già avuto modo di incontrare la "perfetta letizia"...
Sorride e mi dice indicando dei bambini che giocano nello spazio circostante il nostro: "Guarda questi bambini.... nella loro semplicità e' racchiusa la loro ricchezza, loro sono i veri nostri maestri..."
Quanta saggezza in queste frasi...se fossimo capaci di far nostre queste semplici parole avremmo trovato il vero fine della nostra esistenza umana: la pura e semplice consapevolezza del nostro piano divino di perfezione.... vero motivo della nostra presenza sulla terra...
Ad oggi, quello di cui abbiamo parlato, mi suscita un'emozione incredibile e cerco fortemente di tradurre nella mia vita di tutti i giorni questi pochi ma essenziali pensieri per farli maggiormente miei...
Essendo assetato gli propongo di bere un bel bicchiere d´acqua umbra assieme ma mentre mi accingo a prendere la mia piccola bottiglia d'acqua mi dice: "Aspetta, adesso ti faccio assaggiare dell'acqua dinamizzata....."
Rimango incuriosito da tutto questo e resto a rimirarlo mentre capovolge una bottiglia in vetro accoppiata ad un'altra tramite un dispositivo blu che consente il passaggio dell'acqua da una parte all'altra e..... incredibile....l'acqua defluendo da una bottiglia all'altra crea un vortice che mi rammenta il DNA, la sua struttura ad alfaelica e sono semplicemente senza parole.....
Mi dice: "Sono necessarie tre o quattro inversioni per ridare vitalità all'acqua" Gli dico:"Come sarebbe a dire, cosa significa ridare vitalità all'acqua....non lo era prima?" Sai, mi risponde "la nostra acqua già immagazzinata in bottiglie di plastica perde molta della sua energia...se poi a questo fa' seguito un'immobilità' continua nelle stesse cosa vuoi che rimanga....in genere l'acqua scorre continuamente dalla sorgente alla foce e compie percorsi tra montagne e valli....da bambino non hai mai bevuto dell'acqua che sgorga dalla roccia? Non credo che l'acqua di oggi sia la stessa di allora, l'acqua di oggi e' morta...".
Rimango a meditare su questa considerazione e bevendo il bicchiere d´acqua "dinamizzata" che Francesco mi offre ritrovo quella passione che avevo da bambino quando, pur bagnandomi, con la bocca mi accostavo alla roccia per bere l'acqua che ne fuoriusciva....che bello....ritrovare quel senso d´unicità con la natura e noi stessi.
Lo ringrazio per questi momenti e gli propongo di rivederci nei giorni seguenti per scambiarci ancora tanti pensieri e Francesco, non finendoci di sorprendere, ci invita per un massaggio sonoro con il didgeridoo per il giorno seguente....
Luigi rapito da questi discorsi credo abbia tratto da questo tipo d´esperienze un'occasione di crescita interiore ed umana non indifferente a tal punto che per il giorno dopo era già pronto a sperimentare il massaggio sonoro di Francesco.
Stendendo una leggera coperta e trovato un angolino tranquillo Francesco invita Luigi a stendersi.
Mi sono sentito testimone di un evento molto forte e da una parte ho assistito a ciò che Francesco si accingeva a fare. L'aria colma di una sacralità diffusa ha profuso quegli attimi che nella vita si dimenticano difficilmente. Il suono ancestrale del didgeridoo investe il corpo di Luigi con una vibrazione e degli armonici incredibili massaggiando i chakra. Ad occhi chiusi mi lascio cullare dal suono e non sono più consapevole del trascorrere del tempo.... un attimo di eternità....
Quando riapro gli occhi mi rendo conto che Luigi e' ancora disteso e stenta a riprendere coscienza.
Guardo Francesco e sorrido pensando al momento irripetibile che stiamo vivendo, quasi fosse un dono speciale che ci viene dato.... In risposta Francesco mi dice:"Non ti preoccupare...sta' bene...e' solo andato un po' in alto.... dovremo dargli tempo per riprendere possesso della sua corporeità...."
Ho osservato Luigi in quello stato estatico ed ad amor del vero l'ho invidiato un bel po', in modo benevolo chiaramente, ed i pensieri che andavano e venivano nella mia mente lo riguardavano... pensavo alla sua carica energetica, al suo correre quando era bambino....in fin dei conti pensavo alla vivacità di tutti i bambini e mi domandavo " non ho mai visto mio figlio così rilassato...."
Ho avuto così conferma ancora una volta della profonda efficacia del suono e della vibrazione ed ho pensato che anche noi vibriamo....nelle nostre cellule e negli atomi che le compongono .
Nell'universo tutto vibra e la recente Teoria delle stringhe in fisica ce lo dimostra....e quindi....mi spingo a pensare che forse anche noi siamo suono per questo percepiamo tutta l'armonia del mondo quando siamo pervasi dalle vibrazioni sonore.
Con Francesco e Luigi ci siamo abbracciati a lungo e non sono riuscito a trattenere le lacrime.... Luigi stesso mi prende da parte e mi dice "Papà non ho mai provato una sensazione del genere...il suono sembrava entrarmi dentro e risuonare con tutto il mio corpo....".
Insieme credo si sia vissuto un momento che rimarrà indelebile nella nostra memoria e che starà a noi custodire gelosamente nel cuore per tutta la vita.
Il "dono" di quest'attimo credo sia stato una delle esperienze più preziose che ho avuto a Valfabbrica perché mi ha concesso di avere la consapevolezza come essere umano d´essere parte di un tutto, di un amore che pervade tutti gli esseri viventi, che abbatte le barriere di ogni tipo e ci fa' riconoscere nella nostra unicità.
Credo che Francesco d'Assisi che presiede questa terra sia stato, seppure in modo invisibile, parte in causa ed artefice di questo "miracolo".
Per tutto ciò che ho vissuto mi e' rivenuto in mente anche la figura di Tiziano Terzani....chi ha letto i suoi libri ed ha avuto la fortuna di conoscerlo sa di che cosa sto parlando....
Così si sono conclusi questi giorni a Valfabbrica che sono letteralmente volati durante lo svolgersi del Meeting.
Mi sono quasi dimenticato di mangiare e di bere, la sera stentavo ad addormentarmi e soprattutto non mi sono sentito mai stanco nonostante si sia fatto tardi sistematicamente. La gioia mi ha accompagnato sempre e credo che difficilmente potrò dimenticare i momenti trascorsi assieme al dott. Arizzi ed il dott. Corbucci e anche con tutti gli altri....
Benedico Gabriella Lavorgna che e' stata l'artefice di questo momento stupendo ed unico sperando che possa riproporre negli anni a venire questi attimi di confronto e di crescita.
Con la macchina sia io che Luigi vediamo scorrere dai finestrini il paesaggio di Valfabbrica per tornare a Roma ma un po' di noi e' rimasto lì......
ATTENZIONE: nel testo, [...] indica che una parte é stata omessa. L'articolo completo si trova qui
Finalmente trovo solo ora un po' di tempo per sedermi di nuovo e scrivere quanto di interessante mi e' capitato di vivere a Valfabbrica nel mese di Settembre.
Sono un bel po' rammaricato di non aver dato continuità maggiore al blog ma lo scorrere dell'esistenza non e' mai corredato dall'equilibrio nel suo svolgersi, per cui mi sono rassegnato verso quest´incedere sperando di non fallire comunque nell'intento dello stesso: raccogliere tante riflessioni per un´eterna ricerca....
Credo che nella vita alcuni attimi vadano fermati per cui eccomi qua nel descriverli con l'emozione che mi ha sempre accompagnato e che cercherò di trasmettervi....
Allora vediamo.....
Nel mese di Settembre una mia amica Gabriella Lavorgna mi invita a Valfabbrica in occasione del meeting "l'Oriente incontra l'Occidente" per presentare un lavoro di biologia vibrazionale che avevo tempo addietro presentato con successo e non ho saputo resistere all'invito.
Anzi, con l'occasione, ho proposto anche a mio figlio sedicenne Luigi, di farmi compagnia, non essendo ancora iniziata la Scuola, per poter così condividere insieme quest´esperienza.
Entrambi siamo partiti carichi d´entusiasmo e dalla mia parte avevo già il ricordo della città di Assisi, limitrofa a Valfabbrica, che io adoro e che di tanto in tanto ritorno a visitare con estremo piacere per cercare un connubio tra corpo e anima.
E' incredibile considerare che quando ci si predispone per un'esperienza del genere tante sincronicità sembrano accadere a far da corredo.....
[...]
E' inutile dire che anch'io nel momento in cui sono stato chiamato in causa come relatore ho provato un'emozione incredibile come mai mi era capitato. Ero in territorio francescano per portare la mia testimonianza come uomo e ricercatore ed ho cercato di non estromettere nulla di importante e sostanziale dal mio discorso soprattutto considerandomi anch'io testimone di un cambiamento epocale.
Credo che sia sufficiente soffermarsi a riflettere sulle dimensioni del nostro universo che e' nell'ordine di miliardi d´anni luce e del nostro limitato interagire con il mondo circostante tramite i cinque sensi per poter dedurre il nostro limite umano.
Il nostro accademismo ci porta ad una cecità mentale che non ci aiuta a scoprire nuovi processi che la natura semplicemente manifesta, se non per errore; basta in tal senso ricordare l'impregnazione argentica di Golgi sui neuroni, che finalmente consentì di visualizzare le cellule del tessuto nervoso al microscopio. Ne potremmo elencare innumerevoli altri.
La nostra tecnologia tra l'altro, anche se all'avanguardia, potrebbe non essere in grado di rilevare un determinato fenomeno, perché ancora non sufficientemente adeguata, quindi....
Ripartire da questo punto significa gettare le basi per una nuova scienza che sia in grado di rivedere se stessa a 360 gradi, senza preclusioni di sorta.
Ci sono ad oggi dei genetisti di chiara fama come Giuseppe Sermonti o dei biologi come Rupert Sheldrake che stanno percorrendo questa via assieme ad altri e mi sorprendo a pensare che verrà un giorno in cui tante menti collaboreranno per un fine comune che non sarà coperto solo da un brevetto o da un risvolto commerciale....
Al termine della conferenza tanti altri relatori colpiscono la mia attenzione e sarebbe qui di seguito troppo lungo dialogare su tutti ma una cosa di certo ci ha accomunato tutti: la consapevolezza di far parte di un cambiamento in atto, ognuno nel suo specifico settore d´interesse.
Ma la folgorazione totale e' avvenuta con la conoscenza di Francesco Aiello e dei suoi amici.
Credo che in tal senso sia stata una delle esperienze più forti della mia vita....
Vengo al dunque.....Durante una delle serate del meeting ci eravamo già proposti di andare a visitare una chiesina sconsacrata limitrofa alla sede e così eccoci pronti ad andare.
Non avevamo ancora ben chiaro che all'interno si stava svolgendo un piccolo concerto con degli strumenti particolarissimi ancora non molto ben conosciuti qui da noi: piano armonico, didgeridoo e percussioni.
Di nuovo, penso che le cose non accadano per caso ed in fin dei conti la mia passione per la musica mi aveva portato a Valfabbrica per presentare un lavoro inerente la biologia sonora e per cui lascio a voi ogni deduzione.
In particolare avevo avuto, in passato, un approccio verso questo strumento aborigeno denominato didgeridoo, ed ero rimasto estasiato dalla sua capacità di generare armonici nell'emissione sonora.
Lo strumento e' ricavato da un ramo d´eucalipto scavato dalla termite che viene poi in seguito svuotato dall'uomo. Esistono didgeridoo non solo d´eucalipto ma anche di teak od altri tipi di legno. Viene definito un aerofono naturale, senza fori ad ancia labiale e risulta essere uno dei strumenti più antichi che si conoscono, si parla infatti di un suo utilizzo risalente a 40000 anni fa'. Tra l'altro, tramite esso, sono entrato in contatto con la cultura aborigena che e' legata al periodo del "dreamtime" dove il legame tra terra e cielo era un tutt'uno e le divinità dimoravano sulla terra.
Tuttora gli aborigeni considerano sacra la loro terra perché vedono soggiornare in essa le divinità discese sulla terra ed e' vergognoso venire a conoscenza dello stato d´abbandono e del mancato rispetto a livello sociale e umano a cui sono sottoposti.
Comunque, torniamo al concerto nella chiesina....Sedendoci veniamo rapiti da questi suoni ancestrali e ci lasciamo andare ad occhi chiusi per percepirne la vibrazione più sottile capace di sciogliere qualsiasi nodo interiore e ne siamo letteralmente sopraffatti per tutta la durata del concerto di circa mezzora.
Al termine sia io che Luigi conosciamo Francesco che poco prima stava suonando il didgeridoo ed il contatto e' sin da subito profondo...interiore...come se ci fossimo conosciuti da sempre. Con i suoi modi gentili ed i suoi capelli rasta ci da' un po' più di nozioni su questo strumento sacro e ci comunica con la sua presenza quanto ci sia di più essenziale nella nostra esistenza: la nostra semplice umanità, lo scoprire giorno dopo giorno che per vivere felici non sono necessari ne´soldi, ne´carriera ma semplicemente pace e realizzazione personale. Non a caso, gli ho detto, ti chiami Francesco e forse con la tua vita, hai già avuto modo di incontrare la "perfetta letizia"...
Sorride e mi dice indicando dei bambini che giocano nello spazio circostante il nostro: "Guarda questi bambini.... nella loro semplicità e' racchiusa la loro ricchezza, loro sono i veri nostri maestri..."
Quanta saggezza in queste frasi...se fossimo capaci di far nostre queste semplici parole avremmo trovato il vero fine della nostra esistenza umana: la pura e semplice consapevolezza del nostro piano divino di perfezione.... vero motivo della nostra presenza sulla terra...
Ad oggi, quello di cui abbiamo parlato, mi suscita un'emozione incredibile e cerco fortemente di tradurre nella mia vita di tutti i giorni questi pochi ma essenziali pensieri per farli maggiormente miei...
Essendo assetato gli propongo di bere un bel bicchiere d´acqua umbra assieme ma mentre mi accingo a prendere la mia piccola bottiglia d'acqua mi dice: "Aspetta, adesso ti faccio assaggiare dell'acqua dinamizzata....."
Rimango incuriosito da tutto questo e resto a rimirarlo mentre capovolge una bottiglia in vetro accoppiata ad un'altra tramite un dispositivo blu che consente il passaggio dell'acqua da una parte all'altra e..... incredibile....l'acqua defluendo da una bottiglia all'altra crea un vortice che mi rammenta il DNA, la sua struttura ad alfaelica e sono semplicemente senza parole.....
Mi dice: "Sono necessarie tre o quattro inversioni per ridare vitalità all'acqua" Gli dico:"Come sarebbe a dire, cosa significa ridare vitalità all'acqua....non lo era prima?" Sai, mi risponde "la nostra acqua già immagazzinata in bottiglie di plastica perde molta della sua energia...se poi a questo fa' seguito un'immobilità' continua nelle stesse cosa vuoi che rimanga....in genere l'acqua scorre continuamente dalla sorgente alla foce e compie percorsi tra montagne e valli....da bambino non hai mai bevuto dell'acqua che sgorga dalla roccia? Non credo che l'acqua di oggi sia la stessa di allora, l'acqua di oggi e' morta...".
Rimango a meditare su questa considerazione e bevendo il bicchiere d´acqua "dinamizzata" che Francesco mi offre ritrovo quella passione che avevo da bambino quando, pur bagnandomi, con la bocca mi accostavo alla roccia per bere l'acqua che ne fuoriusciva....che bello....ritrovare quel senso d´unicità con la natura e noi stessi.
Lo ringrazio per questi momenti e gli propongo di rivederci nei giorni seguenti per scambiarci ancora tanti pensieri e Francesco, non finendoci di sorprendere, ci invita per un massaggio sonoro con il didgeridoo per il giorno seguente....
Luigi rapito da questi discorsi credo abbia tratto da questo tipo d´esperienze un'occasione di crescita interiore ed umana non indifferente a tal punto che per il giorno dopo era già pronto a sperimentare il massaggio sonoro di Francesco.
Stendendo una leggera coperta e trovato un angolino tranquillo Francesco invita Luigi a stendersi.
Mi sono sentito testimone di un evento molto forte e da una parte ho assistito a ciò che Francesco si accingeva a fare. L'aria colma di una sacralità diffusa ha profuso quegli attimi che nella vita si dimenticano difficilmente. Il suono ancestrale del didgeridoo investe il corpo di Luigi con una vibrazione e degli armonici incredibili massaggiando i chakra. Ad occhi chiusi mi lascio cullare dal suono e non sono più consapevole del trascorrere del tempo.... un attimo di eternità....
Quando riapro gli occhi mi rendo conto che Luigi e' ancora disteso e stenta a riprendere coscienza.
Guardo Francesco e sorrido pensando al momento irripetibile che stiamo vivendo, quasi fosse un dono speciale che ci viene dato.... In risposta Francesco mi dice:"Non ti preoccupare...sta' bene...e' solo andato un po' in alto.... dovremo dargli tempo per riprendere possesso della sua corporeità...."
Ho osservato Luigi in quello stato estatico ed ad amor del vero l'ho invidiato un bel po', in modo benevolo chiaramente, ed i pensieri che andavano e venivano nella mia mente lo riguardavano... pensavo alla sua carica energetica, al suo correre quando era bambino....in fin dei conti pensavo alla vivacità di tutti i bambini e mi domandavo " non ho mai visto mio figlio così rilassato...."
Ho avuto così conferma ancora una volta della profonda efficacia del suono e della vibrazione ed ho pensato che anche noi vibriamo....nelle nostre cellule e negli atomi che le compongono .
Nell'universo tutto vibra e la recente Teoria delle stringhe in fisica ce lo dimostra....e quindi....mi spingo a pensare che forse anche noi siamo suono per questo percepiamo tutta l'armonia del mondo quando siamo pervasi dalle vibrazioni sonore.
Con Francesco e Luigi ci siamo abbracciati a lungo e non sono riuscito a trattenere le lacrime.... Luigi stesso mi prende da parte e mi dice "Papà non ho mai provato una sensazione del genere...il suono sembrava entrarmi dentro e risuonare con tutto il mio corpo....".
Insieme credo si sia vissuto un momento che rimarrà indelebile nella nostra memoria e che starà a noi custodire gelosamente nel cuore per tutta la vita.
Il "dono" di quest'attimo credo sia stato una delle esperienze più preziose che ho avuto a Valfabbrica perché mi ha concesso di avere la consapevolezza come essere umano d´essere parte di un tutto, di un amore che pervade tutti gli esseri viventi, che abbatte le barriere di ogni tipo e ci fa' riconoscere nella nostra unicità.
Credo che Francesco d'Assisi che presiede questa terra sia stato, seppure in modo invisibile, parte in causa ed artefice di questo "miracolo".
Per tutto ciò che ho vissuto mi e' rivenuto in mente anche la figura di Tiziano Terzani....chi ha letto i suoi libri ed ha avuto la fortuna di conoscerlo sa di che cosa sto parlando....
Così si sono conclusi questi giorni a Valfabbrica che sono letteralmente volati durante lo svolgersi del Meeting.
Mi sono quasi dimenticato di mangiare e di bere, la sera stentavo ad addormentarmi e soprattutto non mi sono sentito mai stanco nonostante si sia fatto tardi sistematicamente. La gioia mi ha accompagnato sempre e credo che difficilmente potrò dimenticare i momenti trascorsi assieme al dott. Arizzi ed il dott. Corbucci e anche con tutti gli altri....
Benedico Gabriella Lavorgna che e' stata l'artefice di questo momento stupendo ed unico sperando che possa riproporre negli anni a venire questi attimi di confronto e di crescita.
Con la macchina sia io che Luigi vediamo scorrere dai finestrini il paesaggio di Valfabbrica per tornare a Roma ma un po' di noi e' rimasto lì......
ATTENZIONE: nel testo, [...] indica che una parte é stata omessa. L'articolo completo si trova qui