Avevo sentito parlare della “forza” del suono.
Avevo ascoltato conferenze ed esperti raccontare.
Ma nulla di quanto mi è successo nella fase sperimentale è anche avvicinabile alla più rosea delle eventuali aspettative… sicuramente perché aspettative non c’erano…
Arrivo a Lugano dopo qualche difficoltà a trovare lo stabile. Ecco, ci siamo, penso… sarebbe stato meglio… Già ero partita da casa con quel sentimento contrastante, quella vocina che insistente mi diceva che con una giornata così umida, buia, uggiosa, starsene tranquilli a casa magari sul divano sotto la coperta a gustare il dolce far niente sarebbe stata la cosa più adeguata a farsi. E invece sono lì nel piazzale con la mia coperta in mano in direzione del la sala che ospiterà il concerto-meditazione-guarigione . E non ho neanche ben capito perché sono lì. E’ una spinta che arriva da altrove ed alla quale i pensieri razionali, ma neanche quelli inconsci riescono ad opporre resistenza. Forse perché non c’è resistenza, non c’è aspettativa, non c’è entusiasmo e neppure la trepidazione e tutti i sentimenti e le emozioni che ho conosciuto e vissuto nel passato ogni volta che ho affrontato esperienze nuove. Non c’è altro che… Niente. Nulla. E sorrido: alla peggio ho fatto una passeggiata.
Stanno accordando gli strumenti e sento il bisogno di stendermi. Tappetino, coperta, luci soffuse ma comunque “troppo” . Troppa luce, troppe chiacchiere, troppo movimento… in me qualcosa reclama pace, quiete, tranquillità, silenzio, raccoglimento. E man mano che gli animi dei presenti si tranquillizzano, le luci si abbassano, il profumo dell’incenso pervade l’ambiente abbracciando le mie narici e la mia pelle, e le fiammelle delle candele cominciano la loro danza luminosa, anche io comincio a fluire più libera e serena.
Sento il profumo dell’olio che ho accettato di usare sul chackra del cuore … anche qui nessuna aspettativa: solo un sorriso di apertura.
Osservo e Ascolto e Sento e Vivo tutto quello che riesco e posso … al massimo e …
Il Viaggio inizia.
La campana ed i Templi Buddhisti, ovvia associazione , lascia subito spazio al suono del mare, acqua, onde, il rifrangersi sulla spiaggia, il movimento ritmico mi cattura e in un misto di sensazioni note e non comincio a lasciarmi andare. Sento dolori nel corpo, assestamenti continui, fitte e indolenzimenti, dolori acuti che subito sfumano, pesantezza che subito si dissolve, la colonna si assesta, sento maggiore il contatto con il suolo; la parte destra del corpo è compressa, solida e rigida, schiacciata a differenza della sinistra che sento più spugnosa e morbida.
Mi sento come se il corpo fosse un materasso: la parte sinistra è molto più in alto della destra che è schiacciata come dal peso di qualcosa di non bene identificato. Disagio. Luci e suoni lontani che mi pare di riconoscere ma che non riesco ad associare ad immagini.
Vago in questo turbinio di sensazioni .
I fluidi del corpo scorrono velocemente, sento come se mi fossi bagnata, contrazioni, spasmi e questi liquidi che scorrendo attutiscono il dolore fisico. L’immagine di un uovo che mi contiene, sono posizionata in modo “scomodo” occupo lo spazio destro e sento che l’acqua che attutiva le sensazioni di disagio sta lasciando spazio, attraverso un’apertura del guscio, all’aria. Non è piacevole, comincio a sentire il disagio farsi maggiore, quasi una forma di angoscia, paura, e poi una sensazione di scivolare, essere risucchiata, il buio ha preso il posto delle luci colorate, compressione, spazio angusto, senso di soffocamento, il respiro si fa corto, mi sembra di sentirlo affannoso, ansimante. Ho dolore nel corpo.
Lascio scorrere, guardo e ascolto: non sono completamente identificata, un misto di stupore e di conoscenza . Quasi a cercare di distogliere la mia attenzione da tutto questo, immagini di persone reali del mio presente si collocano inadeguatamente di fronte alla mia visuale, sono fuggevoli, non persistono. E poi ancora lo scenario cambia, cominciano a delinearsi delle figure evanescenti e molto alte, sfumate ma che riesco ad identificare con sembianze umane. Non ne vedo i volti. Sento la presenza. Ed i vocalizzi ne accentuano il sentire. E ancora tutto si modifica dolcemente e da questo campo di colore chiaro, nebbioso, evanescente e morbido cominciano a delinearsi delle ali. L’immagine si avvicina velocemente come avessi attivato uno zoom: vedo le piume una ad una, bianche, seriche, con la parte finale piumosa ed azzurra. Sento il movimento leggero dell’aria che spostano, come un soffio, sento la morbidezza avvolgermi .
Un Angelo? Mi chiedo quasi ridendo di me. No, la risposta è immediata, lo zoom si allontana e vedo una magnifica, meravigliosamente elegante Aquila Bianca con la parte finale delle piume azzurre. Gli occhi chiari e limpidi, ed un ciuffo rosso-blu sul capo. Mi riempie il cuore e l’Anima. E’ bellissima. Ancora di più perché inaspettata. E’ in movimento. E poi un bellissimo volto di lupo con il naso “arricciato” come odorasse, e ancora, ma immagini più sfocate altri animali che non riconosco ma che so esserci. Ma la mia attenzione è catturata dall’Aquila: la vivo e la sento come un meraviglioso regalo, è elegante, dignitosa, regale, dolce, morbida, potente, fluida … mi emoziono. E’ un regalo, un dono : IL VOLO DELL’ AQUILA. E VOLO CON LEI.
Poi scendo più in profondità ma evidentemente mi addormento. Ritorno in prossimità del corpo sentendo la presenza di Claudia. Mi avvolgono i suoni delle campane e vedo il mio corpo steso, grande, tunica bianca con una grande croce dorata e… la parte sinistra del corpo come paralizzata. Non riesco a muovere il braccio e la mano… Impegnativo riprendere il contatto con il corpo.
La sensazione finale è quella di aver assaporato Alice nel Paese delle Meraviglie… e stavo bene lì…
Una Grande guarigione dell’Anima ma anche del Corpo. E per la prima volta mi ascolto nella piacevolezza del vivere il dolore. Lo accetto perché questa è la Guarigione. E lo vivo fino in fondo. Lo lascio andare e scopro che anche il dolore ha un’Anima.
Grazie Claudia, Grazie Francesco.
Grazie Anime .