di Maurizio Torretti
Oggi, di musica si può anche guarire. Le valenze della musica vanno
ben oltre l'aspetto ludico e ricreativo: nuove e rivoluzionarie ricerche in campo medico hanno accertato gli effetti
della musica prodotti sull'individuo.
E' a tutti noto come la medicina primitiva, istintiva, empirica o magica, e le religioni primitive, che erano e sono le depositarie dell'arte medica, usino la musica per ottenere quei fenomeni di allucinazione collettiva e di stato di coscienza transpersonale che sono il fondamento di tutte le pratiche mediche, rituali, magiche e religiose.
Il ripetersi in esasperante e ipnotica monotonia di due note fondamentali con un'unica variazione del ritmo, porta lentamente ad una anestesia psichica, a una perdita del controllo della personalità, a uno stato psichico alterato che favorisce lo svolgersi delle pratiche terapeutiche primitive come l'espulsione dal corpo del malato del demone che ha causato la malattia fino alle più complesse pratiche della medicina animistica che ricerca nella musica la perdita della coscienza e della personalità del "paziente" per ottenere lo scambio della sua anima ed ingannare così lo spirito malvagio che lo possiede.
Un altro esempio di grande interesse per le facoltà terapeutiche del suono ci viene dalla medicina sacerdotale greca. Infatti, nei templi la guarigione miracolosa avveniva nel sonno e nell'ipnosi e l'uno e l'altra erano favoriti da musiche e danze rituali.
Oggi, soprattutto nella medicina ad orientamento psicosomatico possiamo ritrovare il connubio musica-medicina dove il farmaco sonoro interviene su tutto il corpo attraverso la ri-costruzione di un'armonia fisica e psichica perduta. Ma bisogna riconoscere che anche la scienza medica ufficiale (soprattutto negli USA, in Canada, in Australia e in Francia) già da molti anni ha iniziato ad investire nella ricerca di terapie alternative in cui i suoni vengono utilizzati con notevole successo nel campo dell'anestesia (applicazioni analgesiche musicali), per la rieducazione motoria in ortopedia, come vera e propria medicina in campi notevolmente estesi della neuropsichiatria (forme di nevrosi e psicosi o nei casi di autismo) o ancora più semplicemente come tonico durante interventi chirurgici o nel corso di sedute dentistiche o psicanalitiche.
Rimanendo in campo neuropsichiatrico è importante sottolineare come in certe sedute mediche le varie reazioni suscitate nei pazienti sottoposti all'ascolto di musiche o di suoni diversi possa condurre gli specialisti a formulare o convalidare giudizi diagnostici e prognostici.
Recentemente, poi, sono sempre più frequenti i tentativi di utilizzare la musica per favorire l'immaginazione, la concentrazione, la meditazione, la capacità apprensiva alla lettura oppure alla proposizione di quesiti matematici.
Lo studio del suono, inoltre, ha stimolato scienziati di ogni disciplina a riconsiderare l'ambiente in cui vive l'uomo moderno e quindi a riformulare un nuovo paesaggio sonoro (futuristico o soltanto immaginario?) privo di quei suoni e rumori che sono propri della civiltà moderna e nel quale l'individuo possa finalmente vivere in armonia con gli elementi naturali, entrare in risonanza con gli altri per giungere ad una visione dei rapporti e dei valori sociali più evoluta.
Per il momento, nell'insperata attesa di nuove città da costruire, la musica può aiutarci ad entrare in contatto con la nostra anima e superare la pura materialità. L'ascolto di particolari composizioni moderne appropriate, alcune delle quali contengono una miscela di musica e suoni che inducono un rilassamento chiamato subliminale in quanto di intensità intorno ai 30 db (una musica piacevole da ascoltare può avere un'intensità di 90 db), oppure la scelta di brani di musica classica particolarmente indicati contro lo stress, l'ansia o la depressione può rappresentare un utilissimo strumento per imparare da soli ad osservare e riconoscere il modo in cui il corpo e le emozioni reagiscono ai diversi tipi di musica e quindi a ottenere effetti migliorativi non soltanto a livello organico ma anche psicologico e spirituale.
Insomma , un vero e proprio farmaco sonoro (o una sana "dieta sonora") da non sottovalutare, che può riportare nelle menti in tumulto la calma e l'equilibrio indispensabile per una gestione più serena della vita quotidiana.
Maurizio Torretti
E' a tutti noto come la medicina primitiva, istintiva, empirica o magica, e le religioni primitive, che erano e sono le depositarie dell'arte medica, usino la musica per ottenere quei fenomeni di allucinazione collettiva e di stato di coscienza transpersonale che sono il fondamento di tutte le pratiche mediche, rituali, magiche e religiose.
Il ripetersi in esasperante e ipnotica monotonia di due note fondamentali con un'unica variazione del ritmo, porta lentamente ad una anestesia psichica, a una perdita del controllo della personalità, a uno stato psichico alterato che favorisce lo svolgersi delle pratiche terapeutiche primitive come l'espulsione dal corpo del malato del demone che ha causato la malattia fino alle più complesse pratiche della medicina animistica che ricerca nella musica la perdita della coscienza e della personalità del "paziente" per ottenere lo scambio della sua anima ed ingannare così lo spirito malvagio che lo possiede.
Un altro esempio di grande interesse per le facoltà terapeutiche del suono ci viene dalla medicina sacerdotale greca. Infatti, nei templi la guarigione miracolosa avveniva nel sonno e nell'ipnosi e l'uno e l'altra erano favoriti da musiche e danze rituali.
Oggi, soprattutto nella medicina ad orientamento psicosomatico possiamo ritrovare il connubio musica-medicina dove il farmaco sonoro interviene su tutto il corpo attraverso la ri-costruzione di un'armonia fisica e psichica perduta. Ma bisogna riconoscere che anche la scienza medica ufficiale (soprattutto negli USA, in Canada, in Australia e in Francia) già da molti anni ha iniziato ad investire nella ricerca di terapie alternative in cui i suoni vengono utilizzati con notevole successo nel campo dell'anestesia (applicazioni analgesiche musicali), per la rieducazione motoria in ortopedia, come vera e propria medicina in campi notevolmente estesi della neuropsichiatria (forme di nevrosi e psicosi o nei casi di autismo) o ancora più semplicemente come tonico durante interventi chirurgici o nel corso di sedute dentistiche o psicanalitiche.
Rimanendo in campo neuropsichiatrico è importante sottolineare come in certe sedute mediche le varie reazioni suscitate nei pazienti sottoposti all'ascolto di musiche o di suoni diversi possa condurre gli specialisti a formulare o convalidare giudizi diagnostici e prognostici.
Recentemente, poi, sono sempre più frequenti i tentativi di utilizzare la musica per favorire l'immaginazione, la concentrazione, la meditazione, la capacità apprensiva alla lettura oppure alla proposizione di quesiti matematici.
Lo studio del suono, inoltre, ha stimolato scienziati di ogni disciplina a riconsiderare l'ambiente in cui vive l'uomo moderno e quindi a riformulare un nuovo paesaggio sonoro (futuristico o soltanto immaginario?) privo di quei suoni e rumori che sono propri della civiltà moderna e nel quale l'individuo possa finalmente vivere in armonia con gli elementi naturali, entrare in risonanza con gli altri per giungere ad una visione dei rapporti e dei valori sociali più evoluta.
Per il momento, nell'insperata attesa di nuove città da costruire, la musica può aiutarci ad entrare in contatto con la nostra anima e superare la pura materialità. L'ascolto di particolari composizioni moderne appropriate, alcune delle quali contengono una miscela di musica e suoni che inducono un rilassamento chiamato subliminale in quanto di intensità intorno ai 30 db (una musica piacevole da ascoltare può avere un'intensità di 90 db), oppure la scelta di brani di musica classica particolarmente indicati contro lo stress, l'ansia o la depressione può rappresentare un utilissimo strumento per imparare da soli ad osservare e riconoscere il modo in cui il corpo e le emozioni reagiscono ai diversi tipi di musica e quindi a ottenere effetti migliorativi non soltanto a livello organico ma anche psicologico e spirituale.
Insomma , un vero e proprio farmaco sonoro (o una sana "dieta sonora") da non sottovalutare, che può riportare nelle menti in tumulto la calma e l'equilibrio indispensabile per una gestione più serena della vita quotidiana.
Maurizio Torretti